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COS’È LA PARODONTOLOGIA
La parodontologia è una branca dell’Odontoiatria che studia il parodonto (peri = attorno; odontos = dente) e le patologie ad esso correlate.
Il parodonto è costituito da:
1)Gengiva
2)Osso alveolare
3)Cemento radicolare (tessuto che ricopre la radice del dente)
4)Legamento parodontale
La parodontologia si occupa quindi dell’insieme dei tessuti molli (il legamento parodontale e la gengiva) e duri (cemento e tessuto osseo alveolare) che circondano il dente e che assicurano la sua stabilità nell’arcata alveolare (in condizioni di salute). La parodontologia, si occupa anche delle malattie che interessano il parodonto, queste vengono chiamate genericamente malattie parodontali o parodontopatie, o piorrea (termine storico oggi ancora utilizzato nella popolazione). Esse sono le parodontiti con diversi gradi di gravità e le gengiviti.
La malattia parodontale è:
1) Infettiva: perché vi è presenza di batteri (placca batterica) dovuti alla scarsa igiene orale;
2) Multifattoriale: ha più concause che assieme possono aumentare la probabilità che la malattia si verifichi (condizione necessaria rimane la presenza di batteri) come avviene per il fumo o malattie sistemiche che provocano alterazioni del microcircolo e/o aggravano gli effetti della componente infettiva come avviene con le malocclusioni dentarie. Ricordiamo che ha anche una componente genetica;
3) Sitospecifica: ogni dente ed ogni sua zona può esserne colpito in maniera differente, grave, media, minima o nulla; per questo è necessaria una diagnosi accurata dente per dente..
La malattia parodontale può presentarsi come gengivite o parodontite. La prima comporta con la guarigione la “restitutio ad integrum” dei tessuti di sostegno. La seconda comporta sempre dopo guarigione una lesione irreversibile.
Si calcola che almeno dieci milioni di italiani soffrano di tali malattie dopo i trenta anni di età; con la malattia parodontale si perde “attacco” (attacco epiteliale, che in realtà non si perde, ma si sposta apicalmente, allontanandosi dal dente verso la radice) e osso alveolare. Queste modifiche anatomiche del parodonto sono conseguenze della malattia portano a due possibili manifestazioni cliniche:
1)Recessione gengivale (gengiva abbassata che si evidenzia con un dente più lungo)
2)Tasca parodontale volgarmente ed impropriamente chiamata “sacca gengivale” (gengiva nella posizione corretta, ma l’osso e l’attacco si sono spostati apicalmente lungo la radice, formando così uno spazio vuoto chiamato tasca parodontale, piena di placca, tartaro e batteri )
Altre condizioni possono favorirla : condizioni anatomiche particolarmente sfavorevoli che agevolano la perdita di gengiva; una scarsa igiene e una infiammazione conseguente possono aggravare le lesioni. Solitamente si riduce dopo opportuno trattamento antibiotico ed il ripristino di pratiche corrette di igiene orale.
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NEL NOSTRO STUDIO…
..oltre all’ ablazione del tartaro sopragengivale, curettage e didattica ( personale qualificato insegna al pz con l’aiuto di modelli studio e tavole anatomiche il corretto uso dello spazzolino, sia manuale che elettrico , del filo interdentale, dell’ago passafilo là dove ci sono protesi fisse e degli scovolini, necessari per la detersione di spazi interdentali larghi ), si utilizzano delle procedure atte a rimuovere il tartaro sottogengivale con metodiche poco invasive ( l’uso del laser a diodi e il successivo scaling e curettage) ma estremamente efficaci. Il pz viene poi monitorato nel tempo e lui stesso si accorge di come, con una buona motivazione, visite periodiche , correzione delle abitudini di vita e ablazioni frequenti, la quantità di tartaro sottogengivale che si forma si riduce notevolmente nel tempo con ottimi risultati riguardo alla parodontopatia. Inoltre si eseguono riposizionamenti gengivali, innesti di mucosa là dove è necessario ripristinare un attacco epiteliale, biostimolazioni laser che aiutano la guarigione dei tessuti, gengivoplastiche e gengivectomie (modellazione delle gengive) sempre con l’utilizzo del laser.